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mer 27 agosto

Lo scrittore Roberto Fiordi:” Nel mio libro parlo degli aspetti più importanti dell’Italia. Dalla tragedia del Vermicino al Mondiale 82”

Abbiamo intervistato lo scrittore del momento, nato a Prato ma vive a Montemurolo, stiamo parlando di Roberto Fiordi. Con il suo libro è online e in libreria: L’ITALIA SPARITA: FLASHBACK TRA VINILI, TV E MISTERI DEGLI ANNI ’70 E ‘80“ costo 15.00€.

 

Roberto “perché questo libro?”

“Perché parla dell’Italia nei suoi molteplici aspetti. Dell’Italia in chiaro e scuro. Di un Paese dove nel ventennio considerato esistevano determinati valori, uno tra questi la comunanza. La condivisione degli ideali ma anche della vita. Una realtà che con il passare del tempo si è sempre più dissolta”.

–  Di quei tempi che ricordi ha?

“A tale proposito la mia memoria è tanto emotiva quanto visiva. Non sarebbe un caso che mi trovi ad ascoltare una canzone, a vedere un vecchio film o cose come queste e alla mia mente si affaccino antichi ricordi. Il primo decennio  che affronta il libro, e parte del secondo, l’ho vissuto da bambino, ma ho ancora in mente lo svolgersi frenetico che vivevamo nel luogo in cui abitavo. Respiro tutt’oggi quell’aria intrisa di lavoro, dove le fabbriche non si fermavano mai. Ho impresso mio padre, un omone robusto, severo e instancabile, sempre dedito al lavoro. E in questo saggio parlo del fiorire delle piccole e medie imprese. Ma ricordo anche le grandi compagnie che formavamo da ragazzini fino ad arrivare a essere adulti. Ricordo e riporto su questo libro i giochi che facevamo da piccoli”.

– Nel  libro parli spesso in terza persona. Perché?

“Nel mio libro parlo in terza persona con occhio critico. Se avessi parlato in prima persona mi sarei limitato agli aspetti che avrebbero riguardato me o chi a me vicino, mentre lo scopo di questo saggio è quello d’illustrare il nostro “Stivale” nei suoi aspetti. Non certo tutti, altrimenti un libro soltanto non basterebbe ma alcuni di quelli più salienti ci sono”.

– Ci sono passaggi che ami di più del tuo libro?

La domanda mi porta a rispondere di no. Ogni capitolo, ogni evento ha suscitato in me il proprio fascino, se così mi fosse permesso di rispondere; i capitoli che però mi hanno regalato forse maggiori emozioni sono tre: quello che racconta di Papa Wojtyla, pioniere nel processo di modernizzazione della Chiesa e fautore d’iniziative atte ad affrontare la crisi che imperversava nel cattolicesimo, e ancor di più la tragedia di Vermicino”.

– La tragedia di Vermicino?

“Il caso del piccolo Alfredo Rampi, precipitato in un pozzo artesiano, che ha tenuto sveglia l’intera nazione per tre giorni consecutivi giacché le telecamere della Rai hanno seguito senza sosta la tragica vicenda, affollata di soccorritori e spettatori. Persino l’allora presidente della Repubblica si recò sul luogo dell’incidente durante le fasi di salvataggio del piccolo Alfredino”.

– Dunque nel libro viene menzionato anche Sandro Pertini?

“Non poteva mancare il presidente del popolo, credo io il più amato sinora. Sul saggio si parla di Sandro Pertini, ma si parla anche del Mondiale vinto in Spagna nell’ ’82 cui era ivi presente lo stesso Presidente durante la finale contro la Germania Ovest. Anche questo è stato un tema che mi ha coinvolto sentimentalmente. Un argomento che è andato a scavare nei ricordi di quei momenti quando la Tv di casa tutti i giorni trasmetteva le partite del Mondiale e io puntualmente lì dinanzi, con il “gigantesco” telecomando tra le mani (gigantesco perché forse ero piccolo io) che non me le potevo perdere. Tifo sfrenato per i nostri azzurri. E mentre nel saggio stavo narrando i Mondiali ’82, nella mente l’immagina di quella stanza. Di quella sedia. Di quel televisore. Del tavolo posizionato alla mia destra. Arriviamo a capire quanto la cosa mi abbia coinvolto? E a proposito di Tv vorrei aggiungere che il saggio riporta anche l’Itala delle comunicazioni”.

(Nel video intervista allo scrittore)
ufficio stampa a cura di Mirko Mascioli
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