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mer 27 agosto

“Disordini” al penitenziario di Vasto per via del trasferimento di un internato.

Vasto(CH)- Il fatto che non abbia accettato di buon grado il trasferimento in un altro istituto di pena fa capire quanto sia efficace il metodo utilizzato dal Dipartimento nei confronti di chi chi si erge a paladino della violenza in carcere.

-È con queste parole che inizia la sua critica questa volta positiva nei confronti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il segretario nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella-
“L’internato che qualche giorno fa ha mandato in ospedale un ispettore e un assistente capo coordinatore di Polizia Penitenziaria, con tanto di 15 giorni di prognosi ciascuno, è stato questa volta prontamente trasferito dal carcere di Contrada Torre Sinello e di questo me ne compiaccio.
La notizia del suo trasferimento che evidentemente non ha accettato bene tanto da portarlo a provocare disservizi e che solo grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari di stanza al carcere Vastese e dai rinforzi provenienti dalle sedi vicinorie sono stati bloccati, fa capire che il metodo è quello giusto”
– spiega Nardella-
“Il fatto che il riottoso internato abbia reagito così in malo modo mi può portare a pensare che sia questa la scelta giusta da intraprendere immediatamente dopo un evento critico di questa portata.
Un ristretto che non accetta di essere mandato via mi porterebbe ad una sola conclusione e cioè che la sanzione ad egli deliberata da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria funziona e potrebbe rappresentare davvero un ottimo deterrente”
– Afferma Nardella-
“Da sempre ci battiamo acche’ chi si rende autore di gesti violenti e vigliacchi venga immediatamente trasferito in una località possibilmente molto lontana da dove è avvenuto il fatto. Se l’autore di gesti inconsulti arriva a sentirsi praticamente impunito e per di più “graziato” dal punto di vista disciplinare per via di mancanza di spazi idonei a fare scontare sanzioni quali l’esclusione dalle attività in Comune, infatti, potrebbe renderlo ancora più criminale di quando non lo era prima di praticare gesti non proprio da rieducandi”
– Sottolinea il sindacalista-
“Vorrei quindi fare i complimenti alla Direzione Generale dei detenuti e del trattamento per la scelta intrapresa di trasferire subito il violento internato esortandola però a rinforzare questo metodo e a renderlo praticabile in tutti gli istituti italiani.
Lo Stato deve farsi sentire e questo potrebbe essere un’ottima occasione, oltre al rafforzamento degli organici tali da non dover necessariamente ricorrere all’aiuto di poliziotti di altri Istituti o finanche di chi è costretto a rientrare in servizio pur di non lasciare soli i colleghi, per fare capire a chi non si vuole mettere in testa che il carcere è un luogo deputato alla rieducazione e al reinserimento, che non può fare ciò che vuole.
Avanti così!….”.

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